Arriva il modello “gender fluid” in età sempre più precoce

Arriva il modello “gender fluid” in età sempre più precoce

Sconcerto e grave preoccupazione, del Centro Studi Livatino – composto da magistrati, docenti universitari, avvocati e notai https://www.centrostudilivatino.it/ a seguito del parere positivo emesso dal Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB), in risposta al quesito dall’AIFA ( Agenzia Italiana del Farmaco) circa l’utilizzo uso della “triptorelina” (cioè un farmaco che blocca la sviluppo puberale in attesa di cambiare sesso) nei casi di diagnosi di disforia di genere (disturbo dell’identità di genere, condizione in cui una persona ha una forte e persistente identificazione nel sesso opposto a quello biologico).

Il parere positivo concerne, la possibilità di bloccare la pubertà ai preadolescenti a cui è stata diagnosticata la disforia di genere.

A differenza della consueta serietà scientifica, questa volta il CNB ha dato credito al farmaco che, come riconosciuto dallo stesso comitato nel documento, non ha certezze scientifiche a sostegno ed è connotato da molte controindicazioni.

Si rimanda alla lettura integrale del documento, che avrebbe dovuto, attesa la discussa e potenziale pericolosità per la salute fisica e psichica dei minori, esprimere parere negativo.

L’accortezza in relazione all’utilizzo uso del farmaco, così come indicata nelle “raccomandazioni” è simile al solito meccanismo dei c.d. “casi particolari” (si pensi alla legge n. 194/78 che ha introdotto l’aborto legale in Italia) e concretamente inserisce la possibilità di una rapida somministrazione a chicchessia, con conseguente inosservanza dell’invocato principio di precauzione.

Desta infine forte apprensione:

–      Con riferimento al consenso informato del minore e della sua famiglia, l’assenza di corretta informazione scientifica ( per il Comitato nazionale di bioetica il trattamento «è giustificabile» se la diagnosi è espressa da un team multidisciplinare e se – pare inammissibile – ci sia «l’assenso libero» del minore);

–      Il clima culturale che è suggestionato da forti condizionamenti ideologici indirizzati alla eliminazione della identità di genere maschile/femminile;

–       La diagnosi che rimane complessa, in un contesto in cui la componente psico-patologica è inconfutabile e che a fronte di ciò, il Comitato si preoccupa del fatto che «l’assenso del minore al programma possa essere espresso in modo realmente libero». Una domanda sul punto? ma un adolescente, per di più gravato da una angoscia che non comprende, può “liberamente” determinarsi in relazione alla sua opzione per un sesso diverso da quello naturale, concependo con la fantasia come sarà nei tempi a venire? La ovvia e di buonsenso risposta è: certamente no!

Benedetto Tusa

Qui di seguito il testo del parere:

http://bioetica.governo.it/media/172462/p132_2018_triptorelina-per-adolescenti-con-disforia-di-genere_it.pdf